Titolo originale: Bottle Rocket
Regia: Wes Anderson
Soggetto: Owen Wilson, Wes Anderson
Sceneggiatura: Owen Wilson, Wes Anderson
Durata: 95′
Nazione: USA
Anno: 1996
Fotografia: Rober Yeoman
Montaggio: David Mortiz
Musiche: Mark Mothersbaugh
Interpreti: James Caan, Owen Wilson, Luke Wilson, Robert Musgrave, Andrew Wilson
TRAMA
Anthony, Dignan e Bob sono tre ragazzi ai margini della società, senza un soldo e senza prospettive future. I tre decidono di organizzarsi e diventare una banda di rapinatori ma fare carriera nel mondo criminale non è semplice, soprattutto se si è dei dilettanti.
RECENSIONE
Debutto cinematografico dei fratelli Wilson (Owen e Luke) e dell’osannato regista di Rushmore, Le avventure acquatiche di Steve Zissou e del più recente Gran Budapest Hotel. Bottle Rocket potrebbe sembrare una semplice commedia americana, come tante ce ne sono ma in realtà nasconde dietro la propria copertina interessanti risvolti, chicche per gli amanti del cinema di Wes Anderson.
Partiamo dalla semplice costatazione che il primo film di ogni regista di certo non fa emergere tutta l’autorialità di chi sta dietro la macchina da presa e di certo Un colpo da dilettanti non può vantarsi di essere un’eccezione. Ciò nonostante sono già presenti in questo film le caratteristiche in forma embrionale che delineeranno l’estetica del cinema andersoniano. Sin dalla prima sequenza si palesano i tratti surreali dei protagonisti: emarginati e sognatori, in grado di prendere tutto alla leggera e di star male per futili motivi, decisi a cambiare vita tanto da stilare un geniale piano settantacinquennale di rapine redatto con scrittura infantile su un quaderno a quadrettini. “Il mondo ha bisogno di sognatori” ricorderà James Caan agli improbabili malviventi. Si, Un colpo da dilettanti è una commedia ma c’è qualcosaltro in ballo, un tema che resterà caro a Wes Anderson: l’alienazione dei personaggi dalla civiltà. Questi eterni Peter Pan hanno fatto a botte con la vita, sono stati giudicati falliti, pazzi, bambini e sono ormai decisamente inoffensivi. Inadatti per qualunque ruolo in società, stilizzati e depressi nel profondo, mascherano con l’azione il proprio malessere e fanno volare la fantasia. Escogitare piani surreali sembra una via d’uscita, seguirli significa lasciarsi alle spalle l’ospedale psichiatrico, il licenziamento e gli scontri famigliari, il dolore e il giudizio degli altri.
L’avventura ha il potere di cambiare le persone, può farle crescere e maturare o (come in tutte le pellicole di Wes) farle tornare bambini, innocentemente più inclini a vedere la magia del mondo. Così i nostri Dilettanti regrediscono e mentre Anthony si innamora follemente di una cameriera paraguayana con la quale non riesce neanche a comunicare, Dignan passa le giornate sollazzandosi con innoqui fuochi artificiali (i Bottle Rocket del titolo originale). Certo, non è ancora palese in questa pellicola l’inquadratura perfettamente centrata che diverrà la firma di Wes Anderson, ma è già presente la fotografia virata e la caratterizzazione cromatica dei personaggi (come le tute giallo limone indossate dai protagonisti), i surreali dialoghi, l’ironia, le sequenze a rallenty, un palese gusto per il vintage, i brani musicali anni ’70 e gli ampi scenari grandangolari.
Un colpo da dilettanti non sarà di certo il film più bello degli ultimi vent’anni ma di certo resta godibile e pieni di spunti, sicuramente rapresenta un dignitoso debutto, un film che già da segnali che il giovane seduto dietro la macchina da presa ci regalerà in futuro pellicole davvero interessanti.
Voto: 6,5
Manuel Lasaponara