Regia: Philip Noyce
Sceneggiatura: Michael Mitnick
Anno: 2014
Durata: 97’
Nazione: USA
Fotografia: Ross Emery
Montaggio: Barry Alexander Brown
Scenografia: Ed Verreaux
Costumi: Dianna Cilliers
Musiche: Marco Beltrami
Interpreti: Brenton Thwaites, Odeya Rush, Jeff Bridges, Meryl Streep.
TRAMA E RECENSIONE
Tratto dall’omonimo romanzo distopico di Lois Lowry, The Giver, ambientato in un imprecisato futuro, presenta un mondo in bianco e nero (alla Pleasantville di Gary Ross) in cui l’uomo ha forzatamente eliminato dalla sua vita colori, passioni ed emozioni per cancellare definitivamente il male e la violenza, intrinsechi fino ad allora nella natura umana. In una simile società “ideale”, la sfera privata, il lavoro e qualsiasi tipo di organizzazione sono controllate e programmate da un “consiglio di Anziani” con l’intento di allontanare definitivamente il disordine, la brutalità e la prepotenza per le quali ciascun uomo cede involontariamente e naturalmente. Durante la “Cerimonia dei 12”, quando ciascun giovane viene avviato verso il suo futuro lavoro, Jonas, il protagonista, data la sua spiccata sensibilità, viene scelto come “raccoglitore di memorie”. Presto il ragazzo viene a conoscenza del compito a cui è affidato e conosce il suo Donatore , un uomo anziano (interpretato dal grande Jeff Bridges) che ha il compito di accompagnare con la forza della memoria Jonas attraverso l’esperienza di tutte le bellezze ma anche di tutte le disgrazie e malvagità dell’umanità che il consiglio degli anziani aveva abolito dal mondo.
Non appena Jonas entra in contatto con le emozioni cambia radicalmente il suo modo di essere e la scena cinematografica cambia insieme a lui: le immagini diventano prima sbiadite poi, pian piano, a colori. Jonas comprende che la vera essenza dell’uomo è la sua abilità nel “sentire” e diventa consapevole, grazie al Donatore, di quanto fino ad allora, la sua società, con l’unico scopo di proteggere gli uomini, li abbia di fatto privati della propria vera natura. Dopo quest’esperienza Jonas entra in conflitto dapprima con la famiglia, che lo riconosce strano e diverso, poi con lo stesso consiglio degli anziani, che inizia a temerlo come potenziale minaccia dell’equilibrio che loro stessi erano riusciti a creare.
Uno dei punti di forza del film è la sorprendente capacità del regista a inserire nel corso della storia scene di vita umana, dal notevole carico di passione e profondità, che sapessero commuovere e colpire la sensibilità non solo di Jonas, ma anche dello spettatore stesso. Egli rivive infatti le emozioni suscitate come se le sperimentasse per la prima volta insieme a Jonas. Il “sentire” del protagonista, quindi, si materializza in immagini concrete, che rappresentano la nascita di un bambino, descrivono l’amore di una madre o la sofferenza di una guerra e che diventano emblematiche per testimoniare l’importanza del sentimento sia positivo che negativo nella vita dell’uomo. Che senso ha eliminare il male e la sofferenza dell’uomo se il prezzo da pagare è eliminare l’uomo stesso?
Voto: 7
Silvia Cutuli