HARRY TI PRESENTO SALLY

Titolo originale: When Harry met Sally….

Anno: 1989

Durata: 94′

Regia: Rob Reiner

Soggetto: Nora Ephron

Sceneggiatura: Nora Ephron

Nazione: USA

Fotografia: Barry Sonnenfeld

Montaggio: Robert Leighton

Scenografia: Jane Musky

Colonna sonora: Marc Shaiman

Interpreti: Meg Ryan, Billy Crystal, Bruno Kirby, Carrie Fisher

TRAMA

Presentati da un’amica comune, Harry Burns e Sally Albright partono insieme da Chicago in automobile con destinazione New York. Durante il viaggio nasce un’attrazione reciproca.

RECENSIONE

Harry e Sally si conoscono all’università  durante un viaggio in macchina per New York. Lui,  classico maschio alfa, schietto e diretto; lei, nevrotica e sensibile, sa sempre cosa vuole:  tra i due ovviamente non c’è un grande feeling e si perdono quindi di vista. Dopo cinque anni Harry e Sally si incontrano in aereo e affrontano insieme un secondo lungo viaggio, ma ancora una volta non scatta la scintilla. Ci vorranno altri sei anni prima che i due si rivedano e diventino finalmente amici: ma cosa succede quando il sesso si mette di mezzo?

Più che un film di soggetto, Harry ti presento Sally è un film di sceneggiatura, la cui trama non è particolarmente originale:  la classica commedia romantica che vede protagonisti la “solita” coppia di amici che un po’ si amano e un po’ si odiano. Il  vero punto di forza è la struttura: il film si snoda tra le testimonianze di coppie di anziani, ormai ben collaudate, che raccontano come sia sbocciato il loro amore in età giovanile. Queste interviste hanno una doppia funzione: da una parte servono ad ironizzare sulla vicenda, costruendoci attorno una cornice documentaristica, dall’altra fungono da filo conduttore all’interno della narrazione, poiché “commentano” in maniera inconsapevole le vicissitudini dei due protagonisti. Meg Ryan e Billy Crystal, credibili e simpatici anche nelle loro eccessività caratteriali, hanno un’ottima alchimia e regalano dialoghi divertenti e intelligenti. Rob Reiner riesce a mantenere un ritmo sostenuto per tutta la durata del film, anche nella parte centrale che troppo spesso viene sottovalutata  in fase di sceneggiatura.

Del buon smooth jazz (Ella Fitzgerald e Louis Armstrong, Bing Crosby, Frank Sinatra…) fa da sottofondo ai battibecchi dei due protagonisti, ricordando in un certo qual modo le commedie di Woody Allen (a partire dai titoli di testa:  scritte bianche, fondo nero, il tutto sulle note di It had to be you ). In conclusione non può mancare un elogio della celeberrima scena ambientata nel bar, dove una Sally sempre più spontanea finge un orgasmo davanti a tutti presenti, dimostrando adun attonito Harry che in fondo le donne non sono le vittime inconsapevoli delle doti amatoriali maschili; in questo snodo narrativo in particolare si sente il tocco femminile (e anche un po’ femminista) della sceneggiatrice Nora Ephron. E’ solo una delle piccole perle di comicità di un grande cult cinematografico.

Voto: 7,5

Flavia Chinnì

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