UNA GIORNATA PARTICOLARE

Regia: Ettore Scola

Sceneggiatura: Maurizio Costanzo, Ruggero Maccari, Ettore Scola

Anno: 1977

Durata: 110′

Produzione: Italia, Canada

Fotografia: Pasqualino De Santis

Montaggio: Raimondo Crociani

Scenografia: Luciano Ricceri

Costumi: Enrico Sabbatini

Colonna sonora: Armando Trovajoli

Interpreti: Marcello Mastroianni, Sophia Loren

TRAMA

6 maggio 1938, Hitler fa visita ai cittadini romani. Tra i pochi a non prendere parte all’importante parata ci sono Gabriele e Antonietta, dirimpettai. I due si incontrano e cominciano a domandarsi l’uno della vita dell’altra, fin quando Gabriele rifiuta le avance di Antonietta e confessa la sua difficile situazione di giornalista omosessuale oppresso dal rigore fascista.

RECENSIONE

Il film si apre con la sveglia da parte di Antonietta di marito e numerosi figli, tutti da preparare per l’evento della parata. Si evince subito il ruolo di moglie sottomessa e servile di Antonietta, regina della casa e del focolare, ligia ad adempiere il proprio dovere coniugale e a tenere fede al partito fascista, di cui il proprio marito è membro, soffocando e nascondendo le proprie inclinazioni e i propri ideali, vicini al partito solo per osmosi, per accondiscendenza. Dietro i suoi silenzi si nasconde una fitta coltre di solitudine, una triste rassegnazione a quella che è diventata (o è sempre stata?) la sua esistenza di donna. Appena svuotatasi la casa e tutti i palazzi del circondario comincia l’opera, in un gioco di riprese appassionante e ben studiate. Per un caso fortuito, Antonietta scampanella alla porta di Gabriele, fermandolo nel suo tentativo di suicidio. Antonietta pare particolarmente incuriosita dall’atteggiamento di quello strano dirimpettaio, così diverso dall’ideale di uomo dell’epoca e così lontano dagli stereotipi mascolini preimpostati.  La Loren, spinta dall’attrazione verso quella sua nuova e inconsueta compagnia, si spinge in dichiarazioni e tentativi di provocare Gabriele, di ricevere un suo bacio: è ormai un cult la scena del terrazzo, durante la quale, stendendo i panni, violenza, rabbia, frustrazione e verità vengono vomitate fuori, in un parossismo di bellezza cinematografica e di vita vissuta, fino ad arrivare alla confessione brutale, esasperata, della sua omosessualità.

Una giornata particolare 2

Antonietta, la stessa che svenne vedendo passare il Duce a Villa Borghese (episodio autobiografico, in quanto la stessa vicenda capitò a sua madre) decide di stare, comunque, vicino al suo Gabriele, di cui apprezza i gentili modi e la diversità, quasi come se, tale diversità, le desse la sensazione di essere libera, slegata dall’infelice matrimonio con il fascistissimo Emanuele, come se trovasse in quella conoscenza fortuita una possibilità per cambiarsi da dentro. Nel rumore di piatti di un pranzo a due, consumando una frittata (guarda caso, una scena simile, sempre con gli stessi interpreti, si vede anche ne I girasoli di Vittorio De Sica) cascano i fronzoli e le imposizioni strutturali e i due fanno l’amore, lontani da idee politiche e scelte sessuali, vicini solo a livello sentimentale, uniti in quella stretta che li vede uniti, diversi, uguali. La storia di un riscatto, quella di Antonietta, che l’ha vista, anche solo per un giorno, una donna capace di rischiare, di nuotare verso la novità, disinibita e piena di pulsioni sotterrate.

Particolarmente affascinante e astuta la tecnica registica con cui Scola ci permette di spiare – quando dalla finestra di Antonietta, quando dalla finestra di Gabriele – la casa vuota dell’altro, come se da altre prospettive si potesse ben vedere lo scenario in cui si consuma la tristezza mascherata di un complesso vissuto quotidiano.

Una giornata particolare 1

Belle scelte registiche, eleganti dialoghi, immense interpretazioni di due personaggi ormai cari al tessuto del cinema d’autore e particolari studiati con attenzione (dai quadri futuristi in casa di Gabriele alle inquadrature sulle scale): un film bellissimo, da cui ha preso spunto Ferzan Ozpetek nel suo la finestra di fronte. Scola si conferma un maestro e il suo lavoro un cumulo di emozioni al dettaglio.

Voto: 9

Alessandra Buttiglieri

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