Titolo originale: Die Austernprinzessin
Regia: Ernst Lubitsch
Sceneggiatura: Ernst Lubitsch, Hanns Kraly
Anno: 1919
Durata: 47’
Produzione: Germania
Fotografia: Theodor Sparkuhl
Scenografia: Rochus Gliese, Kurt Richter
Interpreti: Victor Janson, Ossi Oswalda, Harry Liedtke, Julius Falkenstein, Max Kronert, Kurt Bois
TRAMA
Ossi Quaker, figlia del sovrano americano delle ostriche, esprime lo sconfinato desiderio di prendere per marito un principe a causa dell’invidia sorta nel leggere pompose pubblicazioni di nozze che vedono protagoniste altolocate conoscenti. Mr Quaker non sarà in grado di opporsi al capriccio della sua unica pupilla ed acconsentirà alla realizzazione del matrimonio usando opportunamente i mezzi dell’alta società. ‘Ti compro un principe’.
RECENSIONE
All’interno di una maestosa e ricca villa si svolge quello che viene sarcasticamente rappresentato come un ilare dramma familiare. Lubitsch non perde occasione di narrare, in chiave prettamente ironica, il suo personale disappunto nei confronti della ricca borghesia americana in contrasto assoluto con l’aristocrazia europea, ormai impoverita, di cui però il regista esprime evidente nostalgia attraverso le figure che richiamano la cultura e gli ambienti tedeschi di quel tempo.
Lo sfarzo, il lusso, l’eccessività, la smodatezza sono il punto centrale, e al tempo stesso di completamento, del ridente racconto. Per realizzare al meglio l’idea dell’incontenibile smania di essere sulla punta dell’iceberg, tipica dei magnate made in USA, la pellicola è ricolma di personaggi secondari che si affaccendano, compaiono, scompaiono e riappaiono in questo immenso teatro che gira attorno ai singolari protagonisti, caratteristici della prolifica produzione cinematografica di Lubitsch tra il ’19 e il ‘22.
La figlia impertinente e viziata dell’uomo d’affari non vede l’ora di convolare a nozze con un uomo qualunque senza esprimere particolari desideri sulle qualità fisiche o caratteriali del pretendente, totalmente irrilevanti messi a confronto con la foga disperata che la vede concentrata nella realizzazione del capriccio. Una condizione non verrà mai persa di vista dalla bimba cresciuta, solo anagraficamente, ossia che il futuro sposo sia quantomeno titolato per divenire futuro motivo di vanto per lei. Mr Quaker si rivolge a quella che oggi chiameremmo un’agenzia matrimoniale pur di rendere felice l’impaziente figlioletta che, nel frattempo, fa il diavolo a quattro tra le mura di casa distruggendo ciò che le capita tra le mani e indispettendo il padre, la cui pazienza volge molto velocemente al termine. Fra i vari gagliardi ometti in lizza, i cui camei tappezzano per intero le pareti dell’ufficio addetto alla singolare selezione umana, viene scelto il principe Nucki: affascinante ed affabile uomo tanto titolato quanto squattrinato. L’elegante messere lungi dall’unirsi per sempre ad un’altra metà che non sia se stesso, in preda ancora alle goliardie giovanili, spedisce per suo conto Josef dalla smaniosa donna, unico servitore ed amico rimasto alle sue dipendenze vestito di tutto punto con gli abiti appartenuti al nobile ridotto in miseria. Il buffo messaggero si ritrova all’interno della magnifica dimora attorniato dalla sterminata servitù di palazzo che lo fa accomodare su un minuscolo e barocco divanetto perduto nello smodato salotto per un interminabile lasso di tempo. Mr Quaker, nel frattempo, preferisce dedicarsi ad un sonnellino piuttosto che incontrare il futuro sposo mentre la signorina Quaker rivolge tutte le sue attenzioni alla personale cura estetica finalizzata all’imminente presentazione, svalutando in questo modo la naturale importanza che avrebbe un evento simile per una vita semplice e comune. I giovani finalmente si incontrano e la frizzantina Ossi non ci pensa due volte a congiungersi in eterno a chi le sta di fronte, del tutto incurante dell’identità del giovanotto. Il matrimonio è solo una prassi, un mezzo e niente di più.
A palazzo si darà festa grande per accogliere la neocoppia. La servitù, come una coreografica fanteria, marcerà per rendere il tutto ostentatamente ed eccessivamente lussuoso accompagnata da ricche portate, pregiate stoviglie e sontuosità di ogni genere. La danza delle iperboli viene portata all’apice del caos con un esilarante febbre del fox-trot durante la quale gli improvvisati ballerini saltellano ripetutamente, come è doveroso che sia, ma attraverso questo particolare e convulso moto Lubitsch riesce a comunicare allo spettatore un senso di confuso movimento corale. Ossi scoprirà chi è il vero principe Nucki per caso quando quest’ultimo verrà prima scambiato per un alcolista dopo una sbronza con gli amici e poi condotto al circolo di recupero diretto dalla principessa delle ostriche. Per Ossi varrà sempre la regola secondo cui ogni desiderio è un ordine, anche se il destino apparentemente sembrerà remarle contro.
Voto: 8
Jessica Egitto
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