LA MADRE

Titolo originale: Mama

Regia: Andreas Muschietti

Sceneggiatura: Andreas Muschietti, Barbara Muschietti, Neil Cross

Anno: 2013

Durata: 100’

Produzione: Canada, Spagna

Fotografia: Antonio Riestra

Montaggio: Michele Conroy

Scenografia: Anastasia Masaro

Costumi: Luis Sequeira

Colonna sonora: Fernando Velàzquez

Interpreti: Jessica Chastain, Nikolak Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse, Daniel Kash

TRAMA

Victoria e Lilly sono due sorelle miracolosamente ritrovate vive nella foresta cinque anni dopo il giorno della loro scomparsa e dell’assassinio della madre. Le bambine sembrano però portare con sé qualcosa di spettrale.

RECENSIONE

“Una personalità lasciata ad essiccare, ciò che ne rimane é il cadavere di un’emozione. Il cadavere di Madre é un amore materno possessivo. “Mama” non é la storia di un mostro ma la storia di un’emozione molto umana che ha assunto proporzioni mostruose”. Con tali parole il produttore Guillermo Del Toro descrive un film strettamente collegato alle innate emozioni provate da una madre nei riguardi del proprio figlio. Questo delicato rapporto può diventare, a tratti, patologicamente simbiotico rilegando il figlio nella dimensione infantile per più del tempo necessario, dove non gli sarà possibile sviluppare al meglio le sue capacità materiali ed intellettive. Il rapporto materno si trasforma così da stimolante e protettivo in claustrofobico, deleterio, velenoso e addirittura mortale.

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Madre attua vere e proprie aggressioni contro Luke ed Annabel, tutte nel tentativo di preservare il suo rapporto esclusivo con Lily e Victoria, le sue uniche bambine. Il loro pianto, proprio come una vera madre farebbe, viene riconosciuto in qualunque circostanza scatenando la furia più implacabile di Madre, pronta a correre immediatamente in soccorso delle due sorelline che lo zio Luke ed Annabel minacciano di far crescere. Le due sorelle, parti “indivisibili” di uno stesso essere, vivono però in condizioni diverse. Per Lily la conoscenza del mondo esterno si riduce a quello con cui, attraverso Madre, ha potuto interfacciarsi fin da molto piccola. Nel caso di Lily, non sono di fatto riscontrabili legami precedenti. Victoria, invece, ha una maggiore conoscenza del mondo esterno/terreno, al di fuori di quello che Madre é stata in grado di darle. Victoria ha ancora il ricordo di suo padre del quale, per quanto spietato e pericoloso, non ha mai di fatto abbandonato la speranza di poterlo riabbracciare. Siamo in questo caso di fronte ad un legame precedente molto forte, che è rimasto semplicemente assopito durante tutti i 5 anni di scomparsa.

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“La Madre” fa riflettere sul concetto di famiglia, la quale non é necessariamente sangue del nostro sangue. Non ha importanza il sesso, il ceto sociale, l’aspetto di chi ci cresce, quanto se é quella persona a darci il sostentamento fisico ed emotivo necessario per farci crescere. D’altro canto la famiglia non sempre fa il bene; Lily muore per stare con Madre. Victoria ha un futuro, diventerà grande, crescerà, si evolverà, cambierà perché più grande fisicamente e più consapevole emotivamente della sua natura, inconciliabile con quella di Madre dalla quale è capace di separarsi con deciso distacco. Lily, invece, vivrà per sempre la sua dimensione infantile in braccio a Madre, nell’eterno momento della mortale caduta che priva la bambina della sua umanità. Lily rinuncia “volontariamente” a crescere, a cambiare, ad evolversi al fine di “vivere” per sempre con Madre.

Voto: 8

Cristina Malpasso

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