Regia: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Anno: 2014
Durata: 134′
Produzione: Canada
Fotografia: André Turpin
Montaggio: Xavier Dolan
Scenografia: Colombe Raby
Costumi: Xavier Dolan
Colonna sonora: Eduardo Noya
Interpreti: Anne Dorval, Antoine-Olivier Pilon, Suzanne Clément
Mommy, vincitore del Premio della giuria alla 67ª edizione del Festival di Cannes, è la prima opera di Xavier Dolan a giungere nei nostri cinema: bambino prodigio, attore, sceneggiatore, doppiatore e regista attento e sensibile classe 1989, Dolan si era fatto notare con il bellissimo “Les Amours imaginaires” del 2010, ora, con Mommy, avrà modo di conquistare anche il pubblico italiano, l’unico che sembra non essersi ancora accorto del suo grande talento.
La mamma in questione è Diane, donna eccentrica, estrosa e soprattutto single che si ritrova da sola ad allevare un figlio quindicenne violento, con seri problemi mentali portandolo ad essere pericoloso e ingestibile. Un rapporto difficile fatto di continui litigi, parolacce e urla, ma dove c’è anche spazio per un abbraccio e una carezza tra una madre e il proprio figlio pronti ad amarsi nonostante tutto. Uno spazio ristretto come l’insolito formato adottato dal regista, che comprime l’inquadratura e tutti i personaggi al suo interno, soffocandoli e obbligando lo spettatore a porsi sia come estraneo alle vicende sia come curioso testimone che sbircia dal buco della serratura.
Una scelta rischiosa, il pubblico è costretto a fare uno sforzo al quale non è abituato ma che sarà ricompensata da una scena tra le più belle degli ultimi tempi, così emozionante da fare quasi scattare un applauso in sala. Lo spettatore sgrana gli occhi e tira un profondo sospiro dopo l’apnea al quale era obbligato, liberandosi da quel crudele meccanismo registico che lo teneva imprigionato e, a fianco del giovane protagonista, assapora così la libertà.
Steve, il quindicenne disturbato è odioso, strafottente, maleducato e insopportabile e le sue smorfie fanno anche sorridere ma il più delle volte lo prenderesti a schiaffi; Diane, la madre, è sola, con i suoi abiti stretti, le minigonne, le sigarette e il whisky nascosto in lavanderia, ma non ti fa pena perché è una donna forte che ama il proprio figlio; Kyla la vicina di casa balbuziente, che completa il trio, è timida e impacciata ma è anche colei che saprà domare l’irrequietezza di quel giovane così arrabbiato. Tre anime che si completano, sgomitando per ritagliarsi uno spazio nel claustrofobico formato che raggiunge un breve equilibrio nella conquista del 16:9. Un film meraviglioso.
Voto: 8,5
Cinefabis