Ideatore Serie Tv: Charlie Brooker
Regia: Euros Lyn
Sceneggiatura episodio: Charlie Brooker, Kanaq Huq
Anno: 2011
Durata: 62′
Produzione: Zeppotron per Channel 4
Paese di produzione: Regno Unito
Interpreti: Daniel Kaluuya, Jessica Brown Findlay, Rupert Everett
TRAMA
In un futuro imprecisato gli esseri umani passano le loro giornate pedalando su delle cyclette per guadagnare crediti (“meriti”) che permettono l’acquisto di programmi diversi. Un giorno Bing si innamora della bella Abi e decide di aiutarla a realizzare il suo sogno di diventare una cantante.
RECENSIONI
A legare fra loro i vari episodi di Black Mirror non sono i media e la tecnologia in quanto tematica, ma in quanto prospettiva o punto di vista: essi rappresentano lo “specchio” più fedele per l’uomo del nuovo millennio, capace di mostrare le ombre che si annidano in ognuno di noi (l’immagine dello specchio vuole coinvolgerci in maniera diretta, personale, intima) in quanto anesteticamente immersi nella società. Leggiamo allora Black Mirror non tanto come critica alla società di massa – benché essa rappresenti in effetti il nemico, l’alterità (nella forma del volto o della maschera), il mostro costante di tutti gli episodi –, ma come spietato riflesso della problematica creatura sociale che siamo.
Viene sfruttato un meccanismo preciso e ben gestito, che consiste nel forzare le logiche sociali fino a distorcerle e a farle esplodere nella loro paradossalità. Ecco perché il genere proprio di questa serie – non per le tematiche trattate ma in quanto dimensione di senso – è quello fantascientifico, meglio capace di veicolare la logica dell’assurdo: 15 Millions of Merits stupisce proprio per la pervasività del suo immaginario distopico, mentre The National Anthem e The Waldo Moment sono sembrati, in tale prospettiva, meno potenti sia da un punto di vista estetico-espressivo che tematico, proprio perché ambientati in una realtà troppo vicina alla nostra e meno adatta a ergersi a specchio deformante.
“15 Millions of Merits” rappresenta dunque, in tale prospettiva, l’episodio più significativo della serie, nonché quello maggiormente capace di esprimerne i pregi e alcune debolezze di base: una presentazione troppo esplicita delle tematiche proposte; uno stile che si vuole tragico-solenne e che troppo spesso scivola nel moralismo, soffocando ogni traccia di ironia – ingrediente pericoloso e difficile da gestire, ma è proprio quanto mi sarei aspettato dal genio di Charlie Brooker.
Ironia e assurdo dovrebbero essere – come avviene in 15 Million Merits – le parole chiave di questa operazione, perché Black Mirror è soprattutto questo: il paradosso di una potente denuncia ai mezzi di comunicazione veicolata proprio da una serie tv, da internet e da questa stessa recensione.
Voto: 8
Patrick Martinotta